don. Mosè

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Roma, Italy
Sono Sacerdote Eritreo. Vivo in Italia dal 1992 Attualmente studio alla Pontificia Università Urbaniana Mi occupo dei diritti dei migranti, inparticolare dei richiedenti asilo politico e Rifugiati politici. Sono impegnato a favore dei diritti umani e civili degli Eritrei ed Etiopi.

mercoledì 3 ottobre 2007

Lettera On. Tana de Zulueta

Gentile On.Tana de Zulueta,
Come Le accenavo il 11.05.07 alla conferenza su rifugiati Iraqeni organizata da CIR, la questura di Roma sta negando il rilascio del documento di viaggio, a tutti gli eritrei con permesso per motivi umanitari, dicendoli di andare nel ambascita del paese di origine, solo che succede questo se loro vanno nel ambasciata del paese di origine, l'ambasciata per rilasciare il passaporto chiede a questi cittadini che hanno chiesto asilo politico in Italia, di firmare una dichiarazione di ammissione di essere colpevoli per aver abbandonato il loro paese illegalmente, questo comporta, che un loro congiunto in eritrea deve pagare una somma ingente come indeniso allo stato, se non paga ce l'aresto finche non paga o il sequestro dei beni. il richiedente asilo qui in italia che ha presentato la richiesta di passaporto, dopo aver firmato la dichiarazione che lo condana, pero a pagare sono i suoi famigliari in eritrea, lui deve verssare per tutto il tempo che lui vivrà all'estero il 2% del suo stipendio allo stato eritreo, oltre a tutte le richieste di fondi che l'ambbascita fa ai cittadini eritrei in Italia.
per queste ragioni noi già più di un anno fa tramita l'on. Eletra Deiana, avevamo fatto presente questa situazione anomala alla questura di roma, sucessivamente la questura rilasciava questi documenti di viaggio, ora non sapiamo quali sono i motivi per cui non rilasciano più.
Un altra segnalazione che voglio fare e sulla situazione di richiedenti asilo a fiumiciono, ho racolto alcune testimonianza di persone rimaste bloccate per giorni senza capire le motivazioni, senza un mediatore culturale che le spiega le ragioni e le domande che la polizia di frontira li rivolge, una regazza etiope mi ha raccontato che rimasta 9 giorni a fiumicino dormendo in panchina nella sala transito bloccata dalla polizia, non parlava italiano non parla bane inglese, la polizia nel interogarla senza un tradutore lei non rispondeva perché non capiva, un polizioto l'apresa a schiafi, questi atti di violenza gratuita bisogna intervenire, questa regazza nel fratempo svenuta stata accompagnata in ospedale solo allora ha visto un mediatore. Io mi chiedo dove il diritto della persona ad essere informata dei suoi diritti e doveri? So che a fiumicino che uno sportello del CIR, che però non vengono informati tempestivamente della presenza di un cittadino straniero, richiedente asilo politico.
Grazie per la Sua disponiblita.
Mio recapito:
Mussie Zerai
Presidente dell'A.H.C.S
agenzia_habeshia@yahoo.it
http://habeshia.blogspot.com

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