Eritrea: lo scrittore e giornalista Fessehaye Yohannes, soprannominato "Joshua", sarebbe morto in carcere9 febbraio 2007 - Fonte: Reporters sans frontières - sezione ItaliaIl poeta e drammaturgo Fessehaye Yohannes, soprannominato "Joshua", giornalista del settimanale “Setit”, chiuso dalle autorità, sarebbe morto in carcere l’ 11 gennaio 2007. Reporters sans frontières ne è stata informata da fonti eritree attendibili, ad Asmara e all’estero. "La morte di Fessehaye Yohannes rappresenterebbe una terribile tragedia, resa ancora più insopportabile dalla compiacenza manifestata dai governi europei nei confronti dell’Eritrea. Questo Stato non può essere considerato e trattato come gli altri stati perché è responsabile dell’arresto e dell’imprigionamento di innumerevoli cittadini innocenti. E’ necessario dimostrare fermezza. Dobbiamo esigere che il governo eritreo ci dia le prove che Joshua non è morto o che, almeno, restituisca il suo corpo alla moglie e ai suoi due figli. Vorremmo inoltre sapere se i giornalisti Medhanie Haile, Said Abdulkader e Yusuf Mohamed Ali sono ancora in vita. Che il governo eritreo ci dica dove sono tenuti prigionieri questi giornalisti e che paghi per tutti i crimini che ha commesso, nella più completa impunità, dal 2001", ha dichiarato l’organizzazione. Affetto da difficoltà motorie e con una mano paralizzata, Fessehaye Yohannes sarebbe morto a seguito dei maltrattamenti subiti in prigione dopo il suo arresto avvenuto nel settembre 2001. Dopo essere stato ricoverato più volte nell’ospedale Halibet e nell’ospedale Sembel di Asmara, Joshua è stato riportato nel centro di detenzione di Eiraeiro, in una zona desertica nord-orientale del Paese. Secondo le informazioni ricevute da Reporters sans frontières, Joshua era detenuto nella cella numero 18 di questo penitenziario, nel quale almeno 62 prigionieri politici sono tenuti in isolamento, in condizioni disumane, sorvegliati da un centinaio di soldati della 32esima divisione.Dal commissariato al penitenziarioFessehaye Yohannes si era consegnato alla polizia nella settimana del 18 settembre 2001, dopo l’arresto di una decina di suoi colleghi e di numerosi oppositori politici, e dopo la « sospensione » decisa dalle autorità della stampa privata del Paese. Nell’aprile 2002, dopo aver iniziato uno sciopero della fame per poter essere giudicati da un tribunale, dieci giornalisti sono stati trasferiti in alcuni centri di detenzione ancora sconosciuti. Con le mani legate 24 ore su 24, i detenuti di Eiraeiro vengono alimentati con pezzetti di pane, lenticchie, spinaci o patate. Sono rasati (capelli e barba) una volta al mese. Le celle sono prive di letti e materassi : i prigionieri sono costretti a dormire per terra. Nessun contatto tra i detenuti o tra un detenuto e una guardia è autorizzato. Sulla base di informazioni pervenute da fonti attendibili, Reporters sans frontières aveva già dichiarato, nel novembre 2006, che Said Abdulkader, capo redattore e co-fondatore del settimanale Admas, Medhanie Haile, vice capo redattore e co-fondatore del settimanale Keste Debena, e Yusuf Mohamed Ali, capo redattore del settimanale Tsigenay, sarebbero morti, nel 2005 e nel 2006, nel centro di detenzione. La prigione di Eiraeiro è diretta dal luogotenente-colonnello Isaac Araia, soprannominato "Wedi Hakim", ex comandante della 2a brigata della 29esima divisione. Prima di essere trasferito a Eiraeiro, Fessehaye Yohannes è stato detenuto nel commissariato della polizia numero 1, a Asmara. Nell’aprile 2002, dopo l’inizio del suo sciopero della fame, è stato trasferito nel penitenziario sotterraneo di Dongolo. "Dongolo è una prigione composta da celle di un metro e mezzo di larghezza e di 2,5 metri di altezza", ha riferito un ex prigioniero, compagno di Fessehaye Yohannes, a Reporters sans frontières. "Una lampadina nella cella è tenuta accesa 24 ore su 24. I prigionieri sono incatenati al muro e le loro mani sono sempre legate.” Il prigioniero ha inoltre raccontato che, Fessehaye Yohannes, già fortemente indebolito dallo sciopero della fame, è stato barbaramente interrogato dal colonnello Gaim Tesfemichael e dal colonnello Simon Ghebregindil. Durante l’interrogatorio, le guardie gli hanno strappato le unghie. Nato il 19 settembre 1958, Fessehaye Yohannes era sposato e padre di due bambini di cinque e sei anni. Dopo aver combattuto durante la guerra d’indipendenza contro l’Etiopia, Joshua è diventato una delle figure più carismatiche del mondo politico e mediatico dell’Eritrea. Poeta, drammaturgo, Joshua ha inoltre contribuito alla creazione di “Setit”, il settimanale più letto nel Paese prima del black-out del settembre 2001.
Coordinamento Democratici Eritrei in Italia
Coordination Committee Eritrean Democrats in Italy
(CCDEI)
don. Mosè

- Mussie Zerai Yosief
- Roma, Italy
- Sono Sacerdote Eritreo. Vivo in Italia dal 1992 Attualmente studio alla Pontificia Università Urbaniana Mi occupo dei diritti dei migranti, inparticolare dei richiedenti asilo politico e Rifugiati politici. Sono impegnato a favore dei diritti umani e civili degli Eritrei ed Etiopi.
mercoledì 3 ottobre 2007
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