don. Mosè

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Roma, Italy
Sono Sacerdote Eritreo. Vivo in Italia dal 1992 Attualmente studio alla Pontificia Università Urbaniana Mi occupo dei diritti dei migranti, inparticolare dei richiedenti asilo politico e Rifugiati politici. Sono impegnato a favore dei diritti umani e civili degli Eritrei ed Etiopi.

domenica 30 gennaio 2011

Sinai: continua il dramma degli ostaggi eritrei.


11 gennaio 2011
Sinai: continua il dramma degli ostaggi eritrei.
L’Agenzia Habeshia, in collegamento telefonico con gli ostaggi, lancia un appello all’Europa.


“Ci chiediamo dove sono finiti i difensori della vita umana? Dove sono i paladini dei diritti umani? Dove l’Europa culla della “Civiltà”? Con queste parole don Mussie Zerai, sacerdote missionario e responsabile dell’agenzia Habeshia per la Cooperazione allo Sviluppo in contatto telefonico con i rifugiati eritrei nel Sinai che dal novembre scorso sono ostaggi dei predoni che chiedono per la loro vita 8.000 dollari di riscatto, lancia una richiesta di aiuto alla comunità internazionale in particolare all’Europa. Le condizioni degli ostaggi sono drammatiche. “Ore 10.36, arriva una telefonata dai ostaggi eritrei nel Sinai, raccontano le quattro donne che stamattina hanno dovuto subire per l’ennesima volta violenze sessuali dal branco dei predoni, ripetutamente perché non pagano il riscatto richiesto dai trafficanti”, fa sapere don Mussie. Il gruppo degli ostaggi, originariamente formato da circa 250 profughi eritrei, di cui una ottantina partiti dalla Libia aveva pagato circa 2.000 dollari a testa per raggiungere Israele, una cifra che i trafficanti, una volta raggiunto l’Egitto, hanno deciso di aumentare ad 8 mila per proseguire verso la meta; molti di loro sono stati uccisi, altri liberati in seguito al pagamento del riscatto e circa la metà sono ancora in balia dei predoni. A nulla è valsa la risoluzione Ue approvata il 16 dicembre scorso a Strasburgo in cui si “sollecitano le autorità egiziane a prendere tutte le misure necessarie per assicurarsi della liberazione degli eritrei tenuti in ostaggio”. Nel Sinai la situazione è sempre più grave. “Una delle donne incinte sta molto male, dopo che è stata picchiata dai trafficanti... tutto questo accadeva questa mattina, tutto questo sta accadendo mentre il mondo “civile” se ne sta a guardare, distratto da altre questioni, chi per indifferenza verso questo dramma, chi per non irritare governi di quella regione, sta di fatto che c’è un sostanziale silenzio, nessuno sta facendo nulla per debellare questa piaga dei nostri giorni, non si vede nessun risultato” continua don Mussie che rivendica la necessità di un progetto concreto di accoglienza per i profughi bloccati in Egitto e Libia sottoposti a condizioni disumane non solo dai trafficanti, ma anche dalla polizia nelle carceri egiziane e libiche.
(Maria Rita Porceddu)

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