
da Yaoundé (Cameroun)
Al terzo giorno del suo viaggio in Cameroun e Angola, Benedetto XVI accoglie il grido dei popoli africani, denuncia le multinazionali che sfruttano le risorse naturali, esprime solidarietà ai bambini di strada e ai bambini soldato e apre al dialogo con l’Islam.
Di fronte a 60 mila persone riunite nello stadio di Yaoundé, capitale del Cameroun, Benedetto XVI ha celebrato una Messa festosa, nel giorno del suo onomastico (san Giuseppe), accompagnata dai canti tradizionali africani.
Il pontefice ha condannato con forza quanti «cercano di imporre il regno del denaro disprezzando i più indigenti». Quindi ha espresso la sua vicinanza e la sua preghiera «ai bambini che non hanno più un padre o che
vivono abbandonati nella miseria della strada, a coloro che sono separati violentemente dai loro genitori, maltrattati e abusati, e arruolati a forza in gruppi militari che imperversano in alcuni Paesi».
Con queste parole il Papa ha raccolto così la dura denuncia contenuta nel documento di lavoro della prossima assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei vescovi, in programma dal 4 al 25 ottobre prossimi a Roma. Il testo, predisposto dalla segreteria del Sinodo, sentiti gli episcopati africani, è stato oggi consegnato dallo stesso Benedetto XVI ai presidente delle Conferenze episcopali africane, affinché si preparino
all’appuntamento di ottobre. Il documento di lavoro del Sinodo («Instrumentum Laboris») non usa mezzi
termini per denunciare che «le multinazionali continuano ad invadere gradualmente il continente per apprpriarsi delle risorse naturali. Schiacciano le compagnie locali, acquistano migliaia di ettari espropriando le popolazioni delle loro terre con la complicità dei dirigenti africani». Il testo lancia anche un allarme: «La crisi che colpisce oggi le istituzioni finanziarie riguarda anche il continente a più livelli: gli investimenti diretti stranieri rischiano di diminuire; le istituzioni finanziarie africane beneficeranno difficilmente di crediti dalle banche occidentali; l’aiuto allo sviluppo rischia di soffrirne; a causa della recessione sui mercati sviluppati la domanda di produzioni africane potrebbe diminuire». Alla luce di queste analisi, il Sinodo dei vescovi
sollecita «una riflessione sul fatto che l’Africa sia esclusa dalla ricerca di soluzioni al sistema finanziario internazionale attuale». In tema di rapporti con l’Islam, il documento di lavoro del Sinodo dei vescovi denuncia «la tendenza a politicizzare le appartenenze religiose» e mette in guardia dalle «posizioni dottrinali di alcune correnti a proposito della Jihad», che inneggia alla guerra santa. Il Papa, nella nunziatura di Yaoundé ha incontrato 20 rappresentanti dei musulmani del Cameroun, che rappresentano il 21,8% della popolazione. A
due anni dal discorso di Ratisbona, Ratzinger ha ribadito che la «religione genuina» rifiuta «tutte le forme di violenza e di totalitarismo: non solo per principi di fede, ma anche in base alla retta ragione». Riprendendo uno dei temi chiave del discorso di Ratisbona, Benedetto XVI ha osservato che «oggi un compito particolarmente urgente della religione è di rendere manifesto il vasto potenziale della ragione umana». E ha lanciato un appello ai musulmani: «Insieme lavoriamo per edificare una civiltà dell’amore». I rappresentanti delle comunità musulmane camerunensi hanno raccolto l’invito: «Santità lei non è solo», hanno detto.
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