don. Mosè

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Roma, Italy
Sono Sacerdote Eritreo. Vivo in Italia dal 1992 Attualmente studio alla Pontificia Università Urbaniana Mi occupo dei diritti dei migranti, inparticolare dei richiedenti asilo politico e Rifugiati politici. Sono impegnato a favore dei diritti umani e civili degli Eritrei ed Etiopi.

sabato 28 marzo 2009

COMUNICATO STAMPA

Figli di immigrati, nati in Italia
tavola rotonda Osservatorio sociale Ugl
7 maggio 2009-ore 16.30 Residenza di Ripetta, sala Bernini
Via di Ripetta 231 - Roma




“Figlio di immigrati, nato in Italia: cittadino italiano? quando e come?” è il titolo della tavola rotonda promossa dall’Osservatorio Ugl sui fenomeni sociali, coordinato da Eugenio Cardi, che si terrà a Roma il 7 maggio alle ore 16.30 presso la Residenza di Ripetta (Sala Bernini).
Un focus sulle cosiddette Seconde Generazioni, ragazzi nati in Italia, figli di immigrati: studiano nel nostro Paese, parlano la nostra lingua e i nostri dialetti, molto probabilmente non sono nemmeno mai stati nel paese d’origine dei loro genitori né – spesso – ne parlano la lingua. Eppure non sono riconosciuti cittadini italiani come tutti gli altri. Per ottenere la Cittadinanza italiana devono infatti sottoporsi – al compimento del 18° anno di età – ad un iter burocratico lungo e complesso, che non sempre termina con esiti positivi per il richiedente, con conseguenti e inevitabili gravi problemi di inserimento sociale e di identità.
Ne discuteranno qualificati rappresentanti del mondo istituzionale, sindacale, di quello cattolico e dell’immigrazione:
Mons. Vittorio Nozza, Direttore Caritas Italiana, Mario Morcone, Capo Dipartimento Libertà civili e immigrazione del Ministero dell’Interno, Giovanni Puglisi, Presidente Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, Savino Pezzotta, Presidente CIR, Mussie Zerai, Presidente Agenzia Habeshia, Valerio Savio, magistrato, Mohamed Tailmoun, Portavoce Rete G2 (www.secondegenerazioni.it).
A moderare i lavori, introdotti da Eugenio Cardi, Karima Moual. Le conclusioni saranno affidate al Segretario Generale dell’Ugl, Renata Polverini.


L’iniziativa si propone di amplificare l’informazione su una contraddizione politica e sociale e insistere sulla necessità di una riforma della legge sulla Cittadinanza n. 91/1992 per eliminare una ingiusta disuguaglianza tra cittadini italiani.
Sono ad oggi, infatti, circa 530.000 gli immigrati di seconda generazione che vivono tale disagio, un fenomeno destinato a crescere in modo esponenziale nei prossimi anni, dato che le nuove nascite si attestano su circa 50.000 l’anno. E’ una questione di civiltà; come nel resto di gran parte d’Europa, è ormai il caso di adottare anche in Italia il concetto giuridico dello “ius soli”, in sostituzione di quello superato dello “ius sanguinis”.

La tavola rotonda vedrà il contributo di testimonianze dirette di giovani appartenenti alle Seconde Generazioni:come quella di Loretta Grace (cantante) e di Sonia Van Arkadie (studentessa).

L’iniziativa è realizzata con il Patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO e in collaborazione con Associazione Culturale PUNTOEACAPO (www.associazionepuntoeacapo.it); Associazione Culturale Genemaghrebina (www.genemaghrebina.it); Associazione fotografica bianco e nero, l’immagine latente; SOCIALNEWS (www.socialnews.it).


Per maggiori informazioni:

Osservatorio UGL sui fenomeni sociali, Roma, Via Margutta 19
tel. 06.32482277 – mail: osservatoriosociale@ugl.it

Ufficio Stampa Ugl
Tel. 06.32482246 – mail: ufficiostampa2@ugl.it

venerdì 20 marzo 2009

Il Papa Contro lo Sfruttamento dell'Africa dai Multinazionali


da Yaoundé (Cameroun)
Al terzo giorno del suo viaggio in Cameroun e Angola, Benedetto XVI accoglie il grido dei popoli africani, denuncia le multinazionali che sfruttano le risorse naturali, esprime solidarietà ai bambini di strada e ai bambini soldato e apre al dialogo con l’Islam.
Di fronte a 60 mila persone riunite nello stadio di Yaoundé, capitale del Cameroun, Benedetto XVI ha celebrato una Messa festosa, nel giorno del suo onomastico (san Giuseppe), accompagnata dai canti tradizionali africani.
Il pontefice ha condannato con forza quanti «cercano di imporre il regno del denaro disprezzando i più indigenti». Quindi ha espresso la sua vicinanza e la sua preghiera «ai bambini che non hanno più un padre o che
vivono abbandonati nella miseria della strada, a coloro che sono separati violentemente dai loro genitori, maltrattati e abusati, e arruolati a forza in gruppi militari che imperversano in alcuni Paesi».
Con queste parole il Papa ha raccolto così la dura denuncia contenuta nel documento di lavoro della prossima assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei vescovi, in programma dal 4 al 25 ottobre prossimi a Roma. Il testo, predisposto dalla segreteria del Sinodo, sentiti gli episcopati africani, è stato oggi consegnato dallo stesso Benedetto XVI ai presidente delle Conferenze episcopali africane, affinché si preparino
all’appuntamento di ottobre. Il documento di lavoro del Sinodo («Instrumentum Laboris») non usa mezzi
termini per denunciare che «le multinazionali continuano ad invadere gradualmente il continente per apprpriarsi delle risorse naturali. Schiacciano le compagnie locali, acquistano migliaia di ettari espropriando le popolazioni delle loro terre con la complicità dei dirigenti africani». Il testo lancia anche un allarme: «La crisi che colpisce oggi le istituzioni finanziarie riguarda anche il continente a più livelli: gli investimenti diretti stranieri rischiano di diminuire; le istituzioni finanziarie africane beneficeranno difficilmente di crediti dalle banche occidentali; l’aiuto allo sviluppo rischia di soffrirne; a causa della recessione sui mercati sviluppati la domanda di produzioni africane potrebbe diminuire». Alla luce di queste analisi, il Sinodo dei vescovi
sollecita «una riflessione sul fatto che l’Africa sia esclusa dalla ricerca di soluzioni al sistema finanziario internazionale attuale». In tema di rapporti con l’Islam, il documento di lavoro del Sinodo dei vescovi denuncia «la tendenza a politicizzare le appartenenze religiose» e mette in guardia dalle «posizioni dottrinali di alcune correnti a proposito della Jihad», che inneggia alla guerra santa. Il Papa, nella nunziatura di Yaoundé ha incontrato 20 rappresentanti dei musulmani del Cameroun, che rappresentano il 21,8% della popolazione. A
due anni dal discorso di Ratisbona, Ratzinger ha ribadito che la «religione genuina» rifiuta «tutte le forme di violenza e di totalitarismo: non solo per principi di fede, ma anche in base alla retta ragione». Riprendendo uno dei temi chiave del discorso di Ratisbona, Benedetto XVI ha osservato che «oggi un compito particolarmente urgente della religione è di rendere manifesto il vasto potenziale della ragione umana». E ha lanciato un appello ai musulmani: «Insieme lavoriamo per edificare una civiltà dell’amore». I rappresentanti delle comunità musulmane camerunensi hanno raccolto l’invito: «Santità lei non è solo», hanno detto.